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Il poeta autocritico

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Il poeta si mette in discussione

e, proprio quando pensa ormai d'avere

successo, stima e considerazione,

si riempie di critiche severe

 

che rivolge alla propria produzione,

cogliendovi parole non sincere,

dei difetti del piano d'espressione,

oppure troppe e inutili chimere;

 

non è di questa vita perfezione,

però, e si rassegna a meno austere

categorie di critica, a opinione

 

più morbida su quelle sue maniere

di ricercare il bello nell'agone

di un mondo di bellezze passeggere.

 

 

 Arcangelo Galante - 06/03/2018 20:06:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Quartine e terzine interessanti, innanzitutto perché fanno riflettere il lettore su di un argomento che ci tocca un po’ da vicino.
Credo sia normale che ognuno di noi si possa mettere in discussione, soprattutto quando si pensa di aver ottenuto gli scopi prefissati: è un modo come un altro per non adagiarsi sugli allori, cercando nuovi stimoli ed orizzonti.
Al tempo stesso, l’eccessiva autocritica può sortire l’effetto contrario, creando una sorta di vuoto, attorno a sé e alimentando continue incertezze, tali da indebolire la corazza che si era forgiata, nel tempo.
Le perfezione non è da tutti e forse rimane irraggiungibile, anche perché il continuo gareggiare in un mondo di bellezze passeggere, certamente, non è facile.
Con gentilezza, saluto!

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